La chiesa fu edificata nel 1432 per volere di Pietro Caballerio, nobile brindisino. In parte inglobata dagli edifici circostanti, la costruzione conserva il raffinato portale in pietra locale finemente intagliata, in cui motivi vegetali zoomorfi e antropomorfi, sono disposti lungo l’archivolto a sesto acuto e nella fascia sottostante; due peducci (*) scolpiti di chiara ispirazione federiciana, sono posti ai lati della architrave, quest’ultimo, percorso da una sequenza di foglioline lanceolate, è sotteso da un medaglione col volto umano che potrebbe identificarsi come il ritratto del committente. La semplice aula quadrangolare che compone l’edificio era arricchita da un ciclo di affreschi realizzati dagli stessi artisti che già avevano lavorato presso la chiesa di Santa Caterina di Alessandria di Galatina, segno che le intenzioni del Caballerio erano quelle di fare della piccola chiesa uno scrigno prezioso, inferiore alla cattedrale solo per dimensioni. Attualmente la decorazione pittorica risulta completamente scialbata da uno strato di intonaco. Dell’apparato decorativo della chiesa fanno oggi parte le statue dei Santi Cosma e Damiano e la grande Pala settecentesca dell’altare maggiore raffigurante Sant’Irene, la cosiddetta “patrona meno principale della città”: proprio per questo motivo ai suoi piedi è stata posta la raffigurazione della città di Ostuni, così come si presentava nel XVIII secolo (opera di Francesco Morgese). Durante i lavori di consolidamento della cinta muraria della città nel 1995, sono state rinvenute le arcate in pietra a sesto acuto che definivano la zona absidale della piccola chiesa.
Fonte: Ministero per i beni e le attività culturali – Direzione Regionale della Puglia
(*) capitello pensile sul quale si appoggia un arco o una volta.